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Francis Picabia – Il camaleonte dell’arte

Donna seduta-Francis Picabia

Francis Picabia – Il camaleonte dell’arte

Titolo: Donna seduta
Anno: 1943
Autore: Francis Picabia
Tecnica: Olio su tela
Ubicazione: Collezione privata

 

Francis Picabia
Sangue per metà francese per metà spagnolo, Francis Picabia nasce a Parigi nel 1879. Con la sua arte sperimenta quasi tutte le avanguardie dei primi del ‘900. Impressionismo, cubismo, astrattismo, fauvismo. Qualcuno l’ha definito un camaleonte nella storia dell’arte. Un artista che ha preso dalle diverse correnti artistiche quello di cui aveva bisogno in quel determinato momento, l’ha fatto suo e l’ha riportato sulla tela. Non possiamo collocarlo all’interno di una corrente ben precisa. Sarebbe come tenerlo in gabbia. Se cercate il suo nome sul web troverete una serie di immagini dei suoi dipinti che non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro. Sembrano eseguiti da mani diverse. Lui stesso affermava: «per avere idee pulite bisogna cambiarle come le camicie».

Chi volesse scoprire un artista assolutamente indipendente, (non per stile come può essere Modigliani, unico nel suo genere) consiglio vivamente di approfondire Picabia. Troverete dipinti ammalianti, tanto da non riuscire a distogliere lo sguardo, altri assolutamente indisponenti, quasi fastidiosi. Io non vedo l’ora di scoprirlo più da vicino. Mi auguro vivamente che presto ci sia una mostra a lui dedicata perchè mi incuriosisce moltissimo! Che dite andiamo insiemte! 🙂

L’opera
Appena ho scoperto questo dipinto sono stata letteramente rapita dai colori. Dal contrasto perfetto tra l’incarnato del viso, il rosa della pelle con l’azzurro della poltrona e della parete. Sembra quasi di poterle sfiorare il braccio e sentire la pelle giovane e morbida. E poi lei ci guarda così. Seduta in quella posizione di rilassata attesa. Sembra che ci dica: “Allora? sono qui cosa vuoi dirmi?” – Solo che non parla. Ci osserva solamente. Con quello sguardo languido, invitante, per niente volgare. E’ dotata di una sensualità naturale, spontanea, modesta.  Adoro come Picabia abbia marcato i contorni degli occhi e delle braccia. Come per limitare uno spazio a cui noi comunque non avremo mai accesso. Adoro la morbidezza dei tessuti. Sembra di sentire la leggerezza della seta e la sensazione di freschezza sulla pelle. Adoro il color pesca che non stride con il pallore delle carni ma che le avvolge in una sorta di comodo abbraccio; e poi il verde intenso della tenda. Quell’elemento necessario per creare profondità, che esiste per collocare questa creatura in uno spazio definito. Un salotto, una camera da letto. Sicuramente un luogo intimo in cui noi siamo invitati ad entrare.

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